Mirco Pieralisi - ultimi interventi
Mirco Pieralisi - 17-03-2007
Sono arrivate e arrivati a migliaia, da decine di scuole, mamme, papà bambini e bambini. Si sono rivisti i vecchi striscioni delle scuole riverniciati per l'occasione e tanti nuovi cartelli, adesivi fatti in casa, palloncini. C'erano le vecchie bandiere riforma Moratti bocciata, ma un apposito adesivo trasformava Moratti in Fioratti. C'era l'allegra confusione di tutte le manifestazioni vere, nate dal basso, dove ci si cerca, ci si perde e ci si ritrova, con gruppi di bambine e bambini che scappano in testa al corteo per farsi fotografare e qualcuno che, cercando quelli della sua scuola, li trova in tre posti diversi. Un corteo allegro, stupito di se stesso, che ricordava i giorni della protesta contro la Moratti, ma con tantissima gente che allora non c'era perché a scuola stava solo per entrarci. Le mamme che in questi giorni hanno parlato nelle assemblee, tenuto la conferenza stampa, preparato cartelli e convinto tante come loro a venire in piazza, si guardavano intorno e si scambiavano infiniti "hai visto?"
Mirco Pieralisi, Giovanni Cocchi - 27-11-2006
LE DELIBERE DEI COLLEGI DEVONO ELIMINARE LA LEGGE MORATTI

Dopo la nota ministeriale di dieci giorni fa sulle schede di valutazione, in cui il ministro smentisce anche se stesso (la nota di gabinetto n.7265 del 31/08 affermava infatti che ...
Mirco Pieralisi (Bologna) - 17-11-2006
Ho appena letto la nota firmata dal Ministro Fioroni sulla prossima scheda di valutazione nella scuola primaria e sono rimasto disgustato: in poche righe si fa riferimento alla valutazione degli apprendimenti "ivi compresi gli insegnamenti e le ...
Mirco Pieralisi - 12-04-2006
Berlusconi, Fini, Scaloja, Gasparri, Alemanno, La Loggia, Pisanu, Maroni, Calderoli, Giovanardi, Buttiglione... per il momento se ne devono andare.
Non se ne vanno gli umori che li hanno generati evidentemente, gli stati d'animo, i blocchi sociali ...
Mirco Pieralisi - 21-11-2005
Sciopero generale. Noi invece dovremmo dormire un'ora in più? Saremo in piazza il 25 novembre!

Non ho bisogno di ricordare cosa taglia il governo con la finanziaria. Lo dicono già i sindacati confederali nei loro manifesti per lo sciopero. Non ...
Giovanni Cocchi, Mirco Pieralisi - 12-05-2005
E' ormai sotto gli occhi di tutte e tutti che i libri istituzionali della scuola elementare sono modellati (alcuni in maniera addirittura ossessiva, altri in maniera più "morbida", forse qualcuno per "dovere di firma") sulle indicazioni nazionali, ...
Giovanni Cocchi, Mirco Pieralisi - 13-12-2004
La circolare 85 sulla scheda di valutazione conferma la GRANDE RIFORMA, quella cominciata una decina d’anni fa e culminata con la legge Moratti. Impugnando la filosofia dell’autonomia gestionale e coniugandola con l’aziendalismo idealista del profilo educativo e professionale dell’alunno, la circolare affida alle scuole i criteri della certificazione delle competenze, aprendo la strada a una deregulation in cui scuole private e pubbliche rilasceranno pezzi di carta in libertà.
In realtà un’indicazione precisa c’è, anche se, ad una lettura affrettata, non “troppo” prescrittiva: un modello di scheda che si può scaricare, fotocopiare (o ordinare a stampatori preveggenti, come nel caso dei libri di testo questa primavera) e inserire nel portfolio (che grazie al cielo molte scuole non prendono nemmeno in considerazione). Prima di entrare nel merito di questo modello ministeriale va però ricordato che le scuole sono richiamate ad alcune “prescrizioni” tra cui, la prima che grida vendetta, alla valutazione del comportamento.

Su questo punto bisogna essere chiari. Il voto di condotta è l’antitesi di quanto è stato costruito faticosamente nella scuola di base in tanti anni. La contestazione, culminata con l’abrogazione, del voto di condotta aveva a che fare con la lotta contro gli svantaggi socioculturali, contro i pregiudizi radicati tra tanti docenti e famiglie. Può darsi che il voto di condotta sia ancora popolare, come dice qualcuno, popolare come l’isola dei famosi o il grande fratello. Se avessimo dovuto tener conto della popolarità forse non avremmo costruito la scuola a tempo pieno, il team docente, la programmazione. Forse saremmo ancora alla maestra unica e al doposcuola per i “poveracci”. Del resto ancora oggi ci allarma, nel raccontare la partecipazione delle bambine e bambini alla vita scolastica, la sensazione di entrare in una pericolosa zona di confine, con il rischio di esprimere giudizi sulla personalità o sul carattere. Figuriamoci ridurre anche solo questioni come queste (per non parlare del problema della relazione con i compagni e gli adulti) ad una parola in un rettangolino di tre centimetri quadrati.
Già solo per questo le schede personali indicate dal ministero, ragionando molto pacatamente, meriterebbero il rogo… (Il nostro legale sosterrebbe naturalmente che si tratta di una metafora). Ma c’è dell’altro.

Nella scheda ministeriale si dovrebbe esprimere il giudizio anche sulle attività svolte nelle ore opzionali, mentre noi sosteniamo e pratichiamo, al contrario, il carattere unitario, dal punto di vista pedagogico, didattico ed organizzativo dei modelli educativi delle scuole. Questa valutazione a sé delle ore opzionali è inquietante e pericolosa, anche in considerazione del fatto che il decreto 59/04 apre la strada all’ingresso di agenzie private per la gestione di queste ore. Poi ci sono “aggiustamenti” che paiono solo “nominalistici” (da “Educazione all’Immagine” ad “Arte e immagine”, da “Storia, geografia e studi sociali” a “Storia”, “Geografia”) ma in realtà rimandano fedelmente a quelle “Indicazioni nazionali” che noi abbiamo rifiutato ritenendole, oltre che provvisorie, illegittime e raffazzonate. Ancora, nella scheda ministeriale, non si sa sulla base di quale ragione (se non di tipo propagandistico), si chiede il giudizio anche su “tecnologia ed informatica”, come materia a sé stante, cosa ben diversa da un necessario utilizzo trasversale interdisciplinare dell’uso della tecnologia informatica (come del resto si spiegava in un’apposita circolare lo scorso anno quando fu introdotta obbligatoriamente fin dalla prima). Infine la religione cattolica, che dal 1985 in realtà è l’unica vera materia opzionale, ma che figura da sempre nell’orario obbligatorio, ora, finalmente, scortata dai 9.000 neo assunti dalla curia tramite stato, entra a pieno titolo nella scheda di valutazione e non più come scheda a sé stante.
Ma è il caso di scavare anche più a fondo.

Mirco Pieralisi, Giovanni Cocchi - 23-11-2004
Un percorso possibile nella scuola elementare per continuare la lotta contro la riforma

La posta in gioco

La lotta contro la riforma Moratti si trova di fronte ad una scadenza fondamentale: le iscrizioni alle nuove classi prime elementari. E’ evidente che questo tema è in primo luogo legato alla disponibilità di risorse in termine di organici che avremo di fronte successivamente, derivante dalla legge finanziaria e dalle sue applicazioni successive, ma non solo: occorre strappare un organico che mantenga la qualità della nostra scuola e non solo il suo puro funzionamento tecnico (es, in una classe a tempo pieno due insegnanti per 44 ore comprensive di compresenze e non 1,8 insegnanti per le lezioni frontali, dove l’1 diventerebbe automaticamente il tutor e lo 0,8 i “nienter”).
In questa sede ci occuperemo di quello che è possibile fare dentro le scuole sia in termine di pressione dal basso sia in termini istituzionale negli organi collegiali. Va ricordato che parlare di iscrizioni significa non solo parlare di come funzioneranno le future prime classi ma di come funzionerà (orari, organizzazione didattica, compresenze e altro) un’intera scuola.

Ricordiamoci che siamo cittadine e cittadini, non sudditi. Anche nelle riunioni istituzionali con i genitori siamo tenuti ad esporre le nostre idee, perché sono pedagogicamente motivate e non certo sanzionabili. E va anche detto ai genitori, in maniera chiara ed inequivocabile, che il nostro progetto didattico e le loro scelte dovranno fare i conti con l’assegnazione degli organici. Quindi informazione, vigilanza e mobilitazione!
Nelle prossime settimane i collegi dei docenti e consigli di circolo dovranno approvare mozioni “di indirizzo” sulla politica delle iscrizioni. Ricordiamoci che queste mozioni non possono essere oggetto di sanzione, tanto meno da parte delle direzioni regionali. E’ opportuno far riferimento, come abbiamo fatto lo scorso anno, alla normativa esistente non abrogata, alla legge sull’autonomia, al POF di Istituto e, se lo si ritiene opportuno, si possono citare quelle righe della circolare 29 che abbiamo ricordato in precedenza.

Mirco Pieralisi - 19-06-2004
Qualunque discorso sul futuro della lotta contro la riforma, che è poi la lotta per la scuola, per difendere il senso del lavoro a cui siamo legati e del luogo in cui i nostri figli e figlie stanno crescendo, non può limitarsi ad immaginare prossime scadenze (necessarie) di mobilitazione senza prima fare i conti con quello che abbiamo vissuto finora.

Stiamo parlando di un percorso di quasi dieci mesi, di manifestazioni di piazza, di estenuanti riunioni negli organi collegiali, di straordinarie, faticose e difficili relazioni umane; di riunioni quasi carbonare e di assemblee affollatissime, di speranze, vittorie e delusioni; di ritmi di vita sconvolti da un impegno che molti non militanti fanno fatica a sostenere e che molti militanti hanno dovuto rivisitare mettendosi spesso in discussione. E’ bene non dimenticare questi ed altri aspetti di un’esperienza di movimento reale (e quindi di per sé nuova, ricca, fragile e contraddittoria) anche quando, come penso si debba fare, si fanno necessariamente i conti con quanto effettivamente è passato della riforma nelle scuole o su quanto sia stata respinta. Sapendo bene che i conti spesso non parlano delle cose che contano (niente potrà toglierci quello che abbiamo vissuto in questi mesi) è bene comunque misurarci con alcune questioni di “bilancio” e farsi alcune domande.


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